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BIOGRAFIA
Cesare Andreoni

Milano, 30 giugno 1903-ivi, 1 luglio 1961

Conseguita la maturità classica nella città natale, viene coinvolto dal clima culturale, milanese e italiano, di quei primi anni del secolo. Frequenta nel 1924 i corsi di Cattaneo a Brera e nel novembre dello stesso anno segue il Congresso futurista di Milano e nell’occasione chiede di aderire al movimento. Da allora Andreoni si lega a Filippo Tommaso Marinetti e partecipa con i futuristi alle Biennali di Venezia (da quella del 1930 a quella del 1940) e alle Quadriennali di Roma del 1935 e del 1939, e ad altri momenti di “uscita” pubblica del gruppo. 


Così è presente, nel 1931, alla Mostra futurista di Aeropittura e di Scenografia presso la milanese Galleria Pesaro; partecipa, nel 1932, alla mostra Enrico Prampolini et les aeropeintres futuristes italiens organizzata dalla Galerie de la Renaissance, e l’anno successivo alla Mostra futurista in onore di Umberto Boccioni, ancora alla Pesaro, e alla Mostra Nazionale d’arte futurista. Aeropittura arte sacra pittura scultura futuriste della Bottega d’Arte di Livorno; infine, ancora a Parigi, alla Exposition des Futuristes italiens (Galerie Bernheim-Jeune) le cui opere saranno in parte trasferite alla Neue Galerie di Vienna.


Nel 1931 sottoscrive con Munari, Manzoni, Duse, Gambini e Bot il manifesto degli aeropittori milanesi a supporto di quello dell’aeropittura in occasione della citata Mostra alla Pesaro; inoltre, nel 1934, firma il Manifesto della Plastica Murale Futurista.
L’amicizia e il sodalizio con Enrico Prampolini si concretizzano esplicitamente in occasione della V, della VI e della VII Triennale di Milano. Per l’edizione del 1933, Andreoni collabora al progetto e al decoro della Stazione per aereoporto civile, realizzata nel Parco Sempione; per quella del 1936 progetta, in collaborazione con A. Celesia, la Sala di Rappresentanza per il Comune di Aprilia, ed espone alla Mostra Internazionale di Scenotecnica teatrale; per quella del 1940, infine, realizza l’allestimento e l’ordinamento di un Ufficio del Turismo.


Nel marzo del 1941, poco prima della partenza per il fronte, una sua personale alla Famiglia Artistica è presentata in catalogo e inaugurata da Marinetti, che chiude il suo testo dichiarando che Andreoni “merita il titolo di grande aeropittore futurista”.
Imponente la produzione di grafica pubblicitaria ed editoriale (sua, ad esempio, l’immagine de “La casa ideale”, dal 1929; vignette per “L’Ambrosiano”; la cura, con Enrico Bona, del numero di “Campo grafico”, 1939, dedicato al Futurismo, sul quale è pubblicato anche un suo scritto Pubblicità futurista) e di progettazione ambientale - tra l’altro di stand fieristici - per numerose aziende. Di notevole interesse gli oggetti, meglio le “creazioni applicate alla moda e all’arredo”, che la sua “bottega”, l’unica milanese, produsse in quegli anni, esposte già nel 1929 a Bolzano e recensite sulle riviste di settore.


In parallelo a queste ricerche, Andreoni ha elaborato riflessioni vicine alle posizioni degli astrattisti del gruppo del Milione. L’esperienza  della campagna di Russia, dalla quale rientrerà prostrato anche fisicamente (e ai postumi di un’asma bronchiale si deve la crisi che nel 1961 ne causerà la morte), gli impone rimeditazioni e riflessioni sulla sua espressività, ben documentata anche dal volume Disegni di Russia (ed. Il Milione), che presenta anche i suoi oli.

Dal 1948 alla morte continuerà a indagare su nuove forme espressive, sempre attento ai temi del movimento e ai problemi del colore. 
 

testimonianze

raccolte nel corso del primo semestre del 1992 da Cesare Andreoni Artista artigiano protodesigner,

Edizioni Bolis, Bergamo 1992

Carlo Belloli

Continuità futurista di Cesare Andreoni

Avevo conosciuto Andreoni verso la metà degli anni Quaranta [...] Ci vedemmo nell’immediato dopoguerra 1940-1945. [...]Andreoni continuava a dipingere, a progettare affreschi murali, a ideare scenografie [...]

Mi raggiungeva il tardo pomeriggio nel mio studio di via Durini 19 con Giovanni Acquaviva, Regina Cassolo, Luigi Bracchi e Pino Masnata.

[...] Negli anni Cinquanta la pittura di Andreoni sembrava superare i dettati del dinamismo plastico e del simultaneismo strutturale in cui si risolveva dal 1926, quando aderì al Futurismo e, poi, dell’aeropittura che aveva adottato nel 1931. Approfondendo la conoscenza dell’opera di Giacomo Balla, [...] Andreoni perviene  a sintesi estreme della figurazione, ormai solamente interessato alla tessitura del colore puro e ai suoi rapporti di tensione luminosa.

[...] tutta l’opera di Andreoni propone esultanti avventure cromatiche.

Ivanhoe Gambini

Ho cercato di dargli una mano...

Ho incontrato Andreoni per la prima volta quando aveva lo studio in via Solferino 11 [...] Durante gli anni terribili della guerra ricordo che ero io a inviargli in Russia carta e matite copiative colorate per poter disegnare. Non so come avrebbe fatto altrimenti! Nel dopoguerra Andreoni aveva difficoltà finanziarie e ho cercato di dargli una mano, soprattutto con gli allestimenti degli stand per la Mostra del tessile di Busto. [...] Era bravo a disegnare prospettive anche d’architettura.

Alfredo Mantica

...rimanemmo pittori             "

Di Cesare Andreoni mi ricordo bene. Giovane, alto ma già un po’ curvo come chi lavora seduto a un tavolo; ma Andreoni riempiva tele da un metro in su. Forse era la tensione, il raccogliere una emozione solo sentita, ma non realizzata, cercata sulla tavolozza, ma non ancora espressa sulla tela.

In silenzio, sigaretta accesa, appoggiato al tavolo da disegno verticale. Silenzio in quello studio sulla ringhiera con l’ingresso in una vasta porta a vetri, Cesare, lo ricordo sorridente sempre; lo invidiavo e nessuno di noi due parlava della propria tavolozza. Lui aeropittore come pochi, molta fantasia, ricerca raffinata di rapporti cromatici come visti in sogno senza una realtà esistente.

Osvaldo Peruzzi

Ricordare Andreoni...

[...]fu poi alla mostra 100 aeropittori, omaggio a Boccioni, a Milano, Galleria Pesaro 1933, che conobbi Cesare Andreoni: trentenne, ma sembrava uno studente. [...] Alla Pesaro esponeva delle aeropitture di alta qualità pittorica.  [...] dei dipinti di Andreoni mi aveva colpito il suo Volo di squadra aerea. Era la sintesi dinamica di una carta nautica sorvolata da aerei in formazione.

[...] avevo solidarizzato con Andreoni, stabilendo una buona amicizia e così, recandomi a Milano, andai a trovarlo nel suo studio di via Statuto. Era lì con la sua compagna, lavoravano a costruire piccoli oggetti, come soprammobili e giocattoli coloratissimi genialmente futristi.

Alberto Sartoris

Uno spirito elevato

Non mi ricordo di preciso in quale occasione ho conosciuto Cesare Andreoni [...] In seguito siamo diventati amici e rimasti in strettissimi rapporti Lo ammiravo particolarmente come uomo dall’intelligenza acuta e sempre sereno anche durante la guerra nei momenti difficili e benché non godesse di una buona salute.

Aderì al Futurismo non senza incertezze poiché non ne condivideva tutti i propositi. Comunque, la sua scelta propendeva verso le idee dei più importanti protagonisti del movimento come Prampolini, legato ai maggiori artisti europei che fu anche architetto e designer, e come Fillia, Diulgheroff e Pozzo del gruppo torinese. Modesto, di carattere serio e notevole disegnatore, fu stimatissimo da Marinetti.

Aligi Sassu

La sua pittura era seria e impegnata

[...]Ho conosciuto Andreoni [...] quando non facevo più parte del Futurismo, che ho lasciato alla fine del 1926. Ricordo Andreoni come un uomo simpatico, molto educato, tranquillo, non polemico. Ho avuto con lui rapporti amichevoli e di stima perché la sua pittura era seria  e impegnata dal punto di vista dei valori della forma; lo stimavo per l’impegno profuso nella realizzazione del quadro. [...] C’era necessità di impegno sui valori espressivi condotti fino all’estremo; era una ricerca non di un diverso soggetto, ma di un’espressione nuova.

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